Nei Giardini Estensi si racconta con reperti unici la preistoria europea, dal Neolitico all’età del Bronzo, e la protostoria del territorio locale.
L’isolino del Lago di Varese, il Pizzo di Bodio-Bodio Lomnago e la Cultura di Golasecca testimoniano infatti la storia antichissima di questi luoghi. La successiva e progressiva assimilazione culturale da parte di Roma è ripercorsa nella sezione romana. Il racconto della storia ci conduce fino al grandioso dipinto di Eleuterio Pagliano Sbarco dei Cacciatori delle Alpi a Sesto Calende, dove un progetto multimediale narra le vicende della battaglia di Varese del 1859. La Villa deve il proprio nome al luogo, posto storicamente al limitare della città, da cui ammirare il panorama sul Lago di Varese.
Il Museo Civico Archeologico di Villa Mirabello ha una tradizione antica e strettamente legata al territorio e alla conseguente scoperta di numerosi siti palafitticoli che lo hanno reso famoso nell’ambito della preistoria europea. Il primo nucleo della collezione, raccolta di documenti e reperti della storia varesina dalle origini all’epoca risorgimentale, fu costituito nel 1871 con la fondazione del “Museo Patrio” per volontà di studiosi ed appassionati locali che, all’indomani dell’Unità d’Italia, furono animati da sentimenti legati all’identità nazionale, interessi rivolti alla storia locale e ai recentissimi avvenimenti politici, assieme al clamore per le coeve scoperte archeologiche.
Tra questi studiosi il Marchese Andrea Ponti, grande mecenate, che tra il 1875 e il 1880, promosse le ricerche archeologiche nei siti preistorici dei laghi varesini e in particolare all’Isolino Virginia di cui era proprietario, creando la base della prestigiosa collezione donata al Museo di Varese dai suoi nipoti nel 1924.
Villa Mirabello conserva materiali preistorici del Varesotto che vanno dal Neolitico all’età del Bronzo. Oltre che dall’Isolino del Lago di Varese, i materiali provengono dall’abitato neo-eneolitico di Pizzo di Bodio – Bodio Lomnago. I due siti di Biandronno e Bodio rientrano dal 2011 nella Lista del Patrimonio Unesco quali Siti palafitticoli preistorici dell’arco alpino. Per quel che riguarda la Protostoria, è ben rappresentata la Cultura di Golasecca. La sezione segue un criterio cronologico che affianca all’esposizione dei reperti una ricca pannellistica che contestualizza gli stessi nell’ambito della storia del territorio, della ricerca archeologica e ricostruisce ritmi e gesti della vita quotidiana del tempo.
La sezione raccoglie i materiali del territorio varesino che meglio testimoniano la progressiva assimilazione da parte di Roma delle popolazioni cisalpine locali al costume e all’organizzazione politico-amministrativa e sociale del mondo romano, con reperti provenienti, per la quasi totalità, da necropoli.
Tra questi le preziose monete di età repubblicana e imperiale, il famoso peso in bronzo a forma di astragalo da Biandronno, la coppa di vetro detta Cagnola, dal nome del nobile proprietario Guido Cagnola, e la monumentale tomba di Bruzzano Milanese, dono del marchese Gianfelice Ponti, con l’eccezionale stamnos in bronzo. A conclusione del percorso un lapidario che raccoglie iscrizioni di età romana oggi di grande interesse storico, economico e sociale.
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