Sei stato licenziato in modo ingiusto? Puoi risollevarti ottenendo qualcosa in cambio: riceverai un’ottima cifra così.
Mantenere un posto di lavoro richiede sforzi e sacrifici. Bisogna dimostrare di essere delle risorse utili per l’azienda, che decide di investire sul proprio impiegato per aumentare gli introiti. A volte, però, non sembra che sia sufficiente. Possono verificarsi dei licenziamenti inaspettati e che mettono a rischio la carriera di molte persone. In attimo si ritrovano senza un lavoro.
In questo caso, però, non è ancora tutto perduto. Il lavoratore che viene licenziato ingiustamente può ricorrere ad alcuni metodi per rialzarsi, cercando di ottenere una cifra cospicua per sostenersi a lungo. E non è così impossibile riuscirci, in quanto è necessario seguire la legge italiana. Vediamo insieme che cosa è possibile ottenere: riuscirai a superare questa brutta situazione.
Licenziato ingiustamente? Segui la legge italiana e sarai tranquillo: riceverai un compenso
Tanto per cominciare è bene fare una precisazione. Al di là del fatto che sia ingiusto o meno il licenziamento, il lavoratore ha un obbligo da seguire. Deve presentare un ricorso per iscritto entro 60 giorni dalla comunicazione del licenziamento, così da informare il Tribunale del lavoro competente di quanto successo. Altrimenti può sempre pensare di eseguire una richiesta di conciliazione o arbitrato, in cui è presente un avvocato come mediatore.
A questo punto si può procedere con le seguenti opzioni. Il lavoratore ha accesso al reintegro o al risarcimento, che permettono due esiti differenti. Nel primo caso viene riassunto e continua il lavoro, mentre nel secondo (il più gettonato) ottiene un risarcimento per quello che è successo. Quasi tutte le situazioni vengono risolte con un accordo scritto fra entrambe le parti, così da ricevere una buonuscita regolare. Quanto può essere elevata la cifra del risarcimento?
Il rimborso può variare da un minimo di 3 a un massimo di 27 mensilità dello stipendio di riferimento per il calcolo del TFR. Questo rimborso deve essere offerto entro 60 giorni dal licenziamento, e ovviamente corrisponde ad un assegno circolare. Nei casi peggiori la questione viene portata in Tribunale, ed è in quella circostanza che il giudice può arrivare a stabilire un risarcimento molto più elevato. Situazioni del genere, però, non si verificano così frequentemente per via dei tempi d’attesa.
Ricordate queste informazioni qualora doveste essere licenziati ingiustamente: c’è sempre un modo per uscirne vincitori.