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Lavoro

Google, il ritardo sull’IA è colpa del lavoro da casa? Che gaffe!

Il lavoro in smart working potrebbe aver rovinato i piani di Google: c’entrano anche le IA. Che cosa è successo di preciso?

Ormai è da diverso tempo che lo smart working si è integrato perfettamente nel mondo del lavoro. Dapprima veniva vista come una attività sporadica infatti, che poteva essere eseguita soltanto in casi di estrema necessità. Adesso, invece, è una delle modalità più gettonate in assoluto. Soprattutto per quanto riguarda il metodo di lavoro. Ma qualche azienda potrebbe aver subito delle perdite economiche a causa di questo.

Lo smart working ha causato problemi a Google – Varesecultura.it

Un esempio lampante, nonostante sembri strano, è proprio Google. All’inizio si pensava che la causa riguardasse ChatGPT, il chatbot creato da OpenAI per riuscire ad emergere nel campo della tecnologia. In realtà sono avvenuti dei rallentamenti del tutto inaspettati, e che hanno portato la casa di Mountain View a rivedere i suoi piani. Ma chi ne ha parlato esattamente? Andiamo avanti con la lettura per approfondire il discorso.

Google, lo smart working non ha portato alcuna miglioria: come è potuto accadere?

Eric Schmidt, ex amministratore delegato di Google, ha parlato esattamente del rapporto di Google con lo smart working. Se da un lato l’azienda aveva intenzione di competere nel campo dell’IA, cercando di sovrastare il regime di ChatGPT, dall’altro ha fatto di tutto per andare incontro ai suoi dipendenti. Nello specifico ha voluto creare un equilibrio tra lavoro e vita privata, preferendo far lavorare di meno i suoi esperti e mandandoli prima a casa. In quel modo avrebbero potuto farlo tramite lo smart working.

Ecco che cosa è successo con Google e le IA: perché non ha fatto successo? – Varesecultura.it

Diversamente da ciò che pensava, sempre secondo Eric Schmidt, questo non ha portato i risultati sperati. Ad accreditare queste parole è stato anche il sindacato Alphabet Workers Union, che ha parlato dell’organizzazione della società. La scarsa presenza del personale in ufficio, i licenziamenti costanti e il mutamento del lavoro, non hanno permesso a Google di emergere facilmente in questo campo. Un settore dove l’azienda, prima o poi, sperava di ottenere il primato.

Fortunatamente non sembra che sia solo Google l’unica multinazionale ad aver scelto questa strada. Anche altre società, con il passare del tempo, hanno preferito adottare un sistema simile. Preferire questo tipo di attività serviva ad aumentare la produttività dell’azienda, a discapito di qualche miglioramento che, con molta probabilità, sarebbe arrivato sicuramente in futuro.

Sebastiano Spinelli

Nato a Reggio Calabria nel 2000, sono un redattore esperto di tecnologia ed informatica, con una passione verso lo studio delle intelligenze artificiali. Ho avuto modo di formarmi in questo settore nel corso degli anni lavorando come Giornalista. In passato ho studiato come un Grafico Pubblicitario in quanto amante del fotoritocco, per poi concentrarmi totalmente nell'ambito della scrittura.

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