Deepfake, come riconoscerli in pochi secondi e stare alla larga da pericoli

Come capire ci troviamo di fronte ad deepfake, i segnali per individuarli nel dettaglio e come evitarli: tutto quello che c’è da sapere.

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Deepfake, i segnali che ci aiutano a riconoscerli (Varesecultura.it)

Ultimamente si sente parlare spesso di Deepfake, ma di cosa si tratta? Per farla breve, non è altro che una sintesi di immagini umane creata attraverso l’intelligenza artificiale, che si basa sulla tecnologia di apprendimento automatico nota con il nome di Generative Adversarial Networks. Utile per far combaciare e unire immagini e video tra quelle già esistenti e quelle del tutto nuove.

L’origine del nome lo si deve alla “dee o learning” e si fa riferimento ad un tipo di intelligenza artificiale. In altre parole, quest’ultima si serve di molte immagini già esistenti per crearne altre che hanno un aspetto veramente realistico. Il tutto potrebbe creare non pochi problemi perché si potrebbero creare delle fake news e si possono anche realizzare contenuti che vanno a ledere il diretto interessato. É noto, come ad esempio alcuni volti noti si siano trovati a dover fare i conti con il deepfake. Sono stati realizzati video in cui venivano pronunciate parole mai dette. Andiamo a scoprire come si può capire quando un contenuto è reale o meno.

Deepfake, cosa sappiamo?

I deepfake stanno portando non pochi problemi e, di conseguenza, è stato necessario adottare delle misure che arginassero tutti i contenuti irreali che sono stati creati. Addirittura alcune importanti piattaforme social, come ad esempio Facebook e Twitter hanno escluso i deepfake dalle loro reti, così da scongiurare spiacevoli inconvenienti.

Intelligenza artificiale
Deepfake, come riconoscerli (Varesecultura.it)

Creare questo tipo di contenuti, che si basano sull’uso di reti neurali, non è così complicato. Inoltre, viene utilizzato anche autoenconder che permette lo scambio di volti. Ovviamente prima di procedere é fondamentale aver un video iniziale noto come target e poi si andranno ad inserire i deepfake. L’autoconder, invece, ha l’obiettivo di captare alcuni aspetti fondamentali, dunque studierà la persona che si vuole coinvolgere da diverse angolazioni. Infine, non possiamo non citare l’apprendimento automatico chiamato GAN (Generative adversial Networks), quest’ultimo ha l’obiettivo di captare dei difetti.

La tecnologia si muove sempre più velocemente e per questa ragione bisogna rimanere a passo coi tempi. Per fortuna ci sono dei segnali che indicano che ci troviamo di fronte un deepfake, ma di quali si tratta? I volti, ad esempio, non riescono a muoversi realisticamente. Si può notare che il protagonista del video non sbatte mai le palpebre o può, invece, compiere il movimento innumerevoli volte. La messa a fuoco potrebbe essere un altro segnale i personaggi rispetto allo sfondo potrebbero essere più sfocati.

Inoltre, è bene prestare attenzione anche all’audio che il più delle volte non viene sistemato a dovere, dunque, bisognerebbe prestare attenzione al labiale. Anche l’illuminazione potrebbe non essere eccellente. Tutto questo potrebbe portarci a pensare che ci ritroviamo di fronte un deepfake. Ovviamente in futuro non sappiamo cosa dobbiamo aspettarci, ma per il momento alcuni video non sarebbero così esatti.

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